di Fawzia Tobgui
da : "Réfractions", n° 6, autunno 2000. "De l’anarchisme au fédéralisme. Articulation entre droit et État dans le système politique de Proudhon"
Traduzione di Ario Libert
Nel corso degli anni, lo statuto che Proudhon accorda allo Stato si modifica considerevolmente, come testimoniano due estratti, l’uno tratto da Polémique contre Louis Blanc et Pierre Leroux, nel quale egli manifesta senza equivoco una posizione anarchica, e l’altro, tratto da De la Justice dans la révolution et dans l’Église (La giustizia nella rivoluzione e nella Chiesa), che sfuma considerevolmente la sua prima presa di posizione.
In Polémique contre Louis Blanc et Pierre Leroux, Proudhon afferma che : "Lo Stato è la costituzione esterna della potenza sociale. Attraverso questa costituzione esterna della sua potenza e sovranità, il popolo non si governa da sé : è, a volte un individuo, a volte diversi, che, a titolo elettivo o ereditario, sono incaricati di governarlo, di gestire i suoi affari [...]. Lo Stato deve esistere ancora quando la questione del lavoro e del capitale sarà operata ? In altri termini, avremo sempre, come l’abbiamo avuto sino ad ora, una Costituzione politica al di fuori della costituzione sociale ? Rispondiamo negativamente. Sosteniamo che, il capitale ed il lavoro una volta identificati, la società sussiste da sé e non ha più bisogno di governo. Siamo, di conseguenza, e lo abbiamo proclamato più di una volta, degli anarchici. L’anarchia è la condizione di esistenza delle società adulte, come la gerarchia è la condizione delle società primitive [...]. Louis Blanc e Pierre Leroux affermano il contrario : oltre alla loro qualità di socialisti, essi conservano quella di politici ; sono degli uomini di governo e d’autorità, degli uomini di Stato. Noi neghiamo il governo e lo Stato perché affermiamo, alla qual cosa i fondatori di Stati non hanno mai creduto, la personalità e l’autonomia delle masse [...]. Affermiamo, infine, che quest’anarchia, che esprime, come lo vediamo ora, il più alto grado di libertà e d’ordine al quale l’umanità possa giungere, è la vera formula della Repubblica, lo scopo al quale ci spinge la rivoluzione di febbraio".